lunedì 30 dicembre 2013

....una favola di Natale...


C'era una volta un bosco incantato.... così cominciano di solito le favole.... E invece questa è una favola proprio di oggi e il bosco incantato esiste davvero, anche se sembrerà troppo strano per essere vero..... E allora..... Un giorno una cucciola di koala di nome Tiflè (= piccolo fiore) precipitò da un alto albero e rimase immobile al suolo. La mamma, che stava tornando per portarle del cibo, la trovò così e, in preda all'angoscia, cercò di rianimarla in ogni modo, ma la piccola non riusciva a riprendersi... respirava soltanto e guardava la mamma con i suoi occhioni neri: sembrava implorarla di fare qualcosa, ma non era in grado di muoversi, né di parlare. C'era un'unica possibilità di poter trovare una soluzione: rivolgersi al Mago Ruvido. La mamma affidò Tiflè alle cure della sua famiglia e si incamminò. Dopo poco arrivò all'albero dove il Mago aveva la sua dimora e gli raccontò tutto in preda alla disperazione. “Bo bo bo bo..... -borbottò il mago- sono un mago non sono mica dio! Però.....” e intanto, con gli occhiali sulla punta del becco (il mago era un gufo), si grattava le piume del suo testone con l'ala destra. “Ecco! Trovato! C'è un Mago più esperto di me in queste cose..... non più bravo eh! Solo più esperto in queste cose! Ma abita oltre la Montagna ghiacciata, al di là del Mare tempestoso.... dobbiamo portare là la tua piccola!” “Ma serviranno tante risorse! Come faccio?” rispose mamma koala con le lacrime agli occhi. “A questo penso io.... sono o non sono un mago? Fidati di me!” E così mamma koala tornò dalla sua piccola e il mago, ancora brontolando, cominciò a darsi da fare. Era quasi Natale.... il periodo era propizio..... Una grande festa, in cui tutti gli animali avrebbero potuto dare un contributo.....Che splendida idea! Del resto era o non era un mago? E così, nel giro di pochi giorni, tutto era pronto. La partita di calcio dei millepiedi contro i leprotti fu l'inizio: i leprotti erano veloci e scattanti, ma i millepiedi erano bravissimi nel dribbling ed erano così abili nello scarto dell'avversario che i leprotti alla fine non riuscirono a toccare palla..... correvano a più non posso ma senza risultato. I tifosi erano entusiasti: al grido di “Forza Fere!” (Solo loro sapevano cosa volesse dire, ma era efficace!) incitavano i millepiedi che stravinsero col risultato di 10 a 0. Fu un tripudio.... Ogni tifoso decise di acquistare le magiche scarpe dei millepiedi: per ogni scarpa un dono per Tiflè: che bel risultato! Mago Ruvido era soddisfatto.... bofonchiava tra sé e sé e già pensava ad un'altra iniziativa. C'erano delle libellule e delle farfalle che durante l'estate si divertivano a intrecciare danze sulla riva del laghetto.... Certo.... d'inverno non sarebbe stato facile convincerle a ballare, ma Mago Ruvido contava molto sulla sua capacità di persuasione..... E così, due giorni dopo la partita, la varia popolazione del bosco si ritrovò ad assistere ad uno spettacolo bello da togliere il fiato: un volo ordinato si compose sulle note di una musica creata per l'occasione. Il flauto di Pan di un piccolo panda, il tamburo del babbuino, l'arpa di giunchi del cervo intrecciarono una melodia che accompagnava le evoluzioni delle farfalle e delle libellule in arabeschi colorati e in movimento.... Tutti guardavano in silenzio e con il fiato sospeso la bellezza di quello spettacolo incantato mentre la luna, con la sua luce pallida, rendeva iridescenti le linee che si disegnavano nel buio. Alla fine fu un'esplosione di entusiasmo e ognuno volle portare a casa una scarpetta di quelle incredibili ballerine. Tanti altri doni vennero lasciati per la piccola Tiflè e mamma koala, che vedeva il suo sogno sempre più vicino, era commossa. Ma Mago Ruvido non si fermò: grande cena di Natale per ringraziare tutti e stare vicini alla piccola Tiflè. Le formiche si offrirono per procurare il cibo, i castori prepararono i tavoli, le gazze apparecchiarono, le lucciole si organizzarono per offrire l'illuminazione dell'albero di Natale (ogni Natale, anche nel bosco, vuole il suo albero!). Si ritrovarono tutti, elegantissimi, la sera di Natale.... Ognuno portò un dono per Tiflè che venne messa seduta a capotavola vicino alla sua mamma e a Mago Ruvido. Quando la cena, piena di allegria, stava volgendo al termine, Mago Ruvido chiese un attimo di silenzio e invitò tutti a guardare l'albero: era davvero una meraviglia! Le lucciole, scambiandosi di posto, creavano dei giochi di luce fantastici. Si levò un'esclamazione di meraviglia e poi un applauso fragoroso. Ma, la cosa più incredibile, fu che anche Tiflè, con gli occhi accesi, riuscì a battere le manine. Sì.... quello fu davvero il più bel Natale che il bosco avesse mai conosciuto e ricco anche, di tante cose. La mamma di Tiflè aveva raccolto tutte le risorse per recarsi con la sua piccola al di là della Montagna ghiacciata e del Mare tempestoso e non solo... I doni erano stati così tanti e così ricchi che, insieme a Mago Ruvido, decise di aiutare altri animali in difficoltà: il cerbiatto senza zampa, il riccio senza spine, la tartaruga dal guscio rotto. Ognuno ricevette quello di cui aveva bisogno, grazie alla piccola Tiflè che, incuriosita da tutto quel trambusto, guardava quello che le succedeva intorno e con la profondità dei suoi occhi neri sembrava dire: “Anch'io vi ho fatto un dono, il dono dell'amore verso gli altri.... puro e disinteressato. Buon Natale a tutti, amici! Vi amo... anche se non riesco a dirlo.” Dolcemente poi, guardando l'albero dove le lucciole avevano composto il suo nome, si addormentò tra la braccia della sua mamma mentre Mago Ruvido, che si era messo un po' in disparte perché non era ruvido solo di nome, guardò con orgoglio quello che era riuscito a fare e, con la punta delle ali, si stropicciò i suoi occhioni gialli che si erano fatti lucidi...

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