lunedì 2 giugno 2014

....oltre l'amore... (da "Amanti" cap. XLIV-XLV)

[...] Dopo un paio di mesi ricevetti, inaspettatamente, una mail di Matteo. Mi suscitò un immediato batticuore e mi resi conto che il tempo non aveva minimamente scalfito i miei sentimenti verso di lui. Sperai di leggere buone notizie e cominciai a divorare le righe come un assetato che si trova finalmente di fronte a una sorgente d'acqua.
“Ciao Marta, non so perché un po' di tempo fa mi hai inviato quel messaggio così sarcastico e cattivo. Probabilmente, non so come, avevi saputo quello che mi era successo e hai voluto vendicarti. Non ti biasimo, sicuramente se hai agito così è perché io ti ho fatto soffrire al punto da renderti crudele e vendicativa, ma so che tu non sei così. La mia risposta non è stata meno feroce ma anche tu sai che non sono così e proverai a perdonarmi. Le cose con mia moglie vanno sempre peggio, ma forse qualcuno ti avrà detto anche questo e allora voglio chiarirti le cose in modo che tu ti senta libera da questa storia, ammesso che tu pensi ancora a me. Ritengo che la nostra relazione, bellissima e importantissima ma gravata da mille limiti e altrettante difficoltà, sia davvero finita. Probabilmente presto rimarrò solo ma non tornerò da te, quindi non aspettarmi. Tutto questo non dipende in alcun modo da te ma succede che gli amori finiscano e il nostro non ha più possibilità né ragione di essere. Scusami ma ormai ho deciso così. Spero che tu sia felice senza di me e che presto tu trovi un uomo capace di darti quello di cui hai bisogno e che da me non ti è mai arrivato. M.”
Man mano che leggevo sentivo un macigno schiacciarmi il cuore e lacrime sempre più calde scendevano lungo le mie guance. Era chiara la sua decisione ma non riuscivo a comprenderne i motivi. Ancora una volta avrei dovuto intuire cosa lo aveva allontanato da me. Stanchezza? Noia? La paura di perdere ciò che aveva? Si era innamorato di un'altra? Non riuscivo ad accettare questo suo rifiuto così netto senza sapere il perché, anche se saperlo non avrebbe cambiato le cose. Ma a parte questo ora mi si poneva un altro problema. Dovevo lasciargli credere che in un momento di rabbia ero stata cattiva o provare a spiegargli in modo convincente la verità? Dovevo lasciarlo libero di fare la sua vita rimanendo all'oscuro di tutto o metterlo di fronte ad una scelta consapevole? Sapevo che avrei scelto di dirgli la verità, sperando che non la prendesse troppo male e che non si sentisse obbligato a rispolverare nei miei confronti dei sentimenti che aveva lasciato intuire di non provare più. Decisi di prendermi un po' di tempo e di rispondergli dopo aver messo Alice a dormire. Ora era lei la mia priorità.
Nel silenzio di una notte che mi pareva più nera del solito cominciai a scrivere:
“Ciao Matteo. Gli amanti non si conoscono mai a fondo perché sono sempre costretti a nascondersi e a non condividere niente e noi questo siamo stati perché i fatti dimostrano che non ci conosciamo affatto. Gli amanti non dovrebbero nemmeno amarsi e tu questo l'hai rispettato perché sei sparito all'improvviso senza nemmeno sentirti in dovere di darmi una spiegazione. Ma io invece ti amo e non ti avrei mai fatto del male gratuitamente. Come hai potuto pensarlo? Mi dicesti un giorno che i figli devono nascere dove c'è amore e questo lo condivido, ma l'amore non è qualcosa che si costruisce a tavolino, è una forza naturale e spontanea che sceglie dove andare e non si fa pilotare da nessuno. Il figlio che desideravi è arrivato e proprio là dove c'era amore, il nostro amore, prepotente e selvaggio. Ricordi lo scoglio sotto la luna? Quella notte il miracolo è accaduto. Hai sbagliato tu a credere che un bambino volesse nascere in mezzo all'ipocrisia, all'inganno, al tradimento, solo perché non gli sarebbe mancato niente. Ho saputo di essere incinta quando praticamente mi avevi già lasciato e, sapendo come la pensavi, ho preferito non dirtelo: non volevo in alcun modo condizionare le tue scelte di vita. Solo verso la fine della gravidanza ho saputo cosa ti era successo e ho provato una gran pena. Ho pensato che la vita ti aveva presentato il conto di tutto il male che mi avevi fatto. Non ne sono stata felice, anzi, ho maturato alla fine la convinzione che avevi diritto di sapere che quel figlio che volevi era arrivato anche se non dove e come volevi tu. Il giorno in cui è nata Alice ero così felice che volevo rendere felice anche te. Forse la gioia di veder realizzato il tuo desiderio più grande ti avrebbe dato la forza di fare le scelte più giuste. Ho provato a chiamarti ma hai rifiutato la chiamata e allora ti ho mandato quel messaggio. Cattivo sei stato tu a pensare di me le cose peggiori, a sottolineare il tuo rifiuto e il tuo disprezzo. Hai fatto tutto da solo Matteo, mi hai escluso da ogni progetto e ti sei fatto un film che hai visto solo tu perché mentre mi buttavi via come una scarpa vecchia e inseguivi i tuoi sogni lontano da me, mentre ti disperavi e pensavi di me il peggio io facevo crescere dentro di me tua figlia con tutto l'amore possibile e continuavo ad amare anche te. Mi dispiace che per arroganza e vigliaccheria tu abbia rinunciato a quanto di più bello la vita possa offrire. Sei stato un ingrato e sei stato punito. Non so perché mi hai scritto, che tra noi era finita l'avevo capito; non so se sei riuscito a far capitolare la ragazza di cui ti eri invaghito mettendoti di nuovo in mezzo a una famiglia (mi hanno riferito anche questo); non so perché con tua moglie va sempre peggio, ma sono cose che, dopo quello che mi hai detto, non mi riguardano più. Io ho la mia bambina, altri due figli splendidi e l'affetto di tante persone. Non cerco nessun uomo perché ti amo ancora come prima, nonostante tutto quello che è successo, ma non lo voglio un uomo che non mi vuole. Alice mi ha dato la forza per vivere felice anche senza di te. Credo di averti detto tutto. Ora sta a te riconsiderare i tuoi sentimenti e la tua vita con più onestà. Ti abbraccio. M.”
Cliccai su “invia” e andai a dormire: mi sentivo leggera. Ora ero davvero sicura che avrei potuto farcela anche senza di lui.


XLV

Guardo l'orologio: si è fatto tardi e devo rientrare. Giulia mi ha quasi costretto a prendermi qualche ora di libertà e sono finita in questo cinema. Non è stata una bella idea. Mi sono tornati addosso i momenti più difficili, quelli che con tanta fatica ho cercato di rimuovere. Ripenso alla risposta che Matteo mi ha inviato pochi giorni fa, dopo un altro mese di silenzio:
“Avrai immaginato che sono rimasto scioccato da quello che mi hai detto. Ho riflettuto a lungo e mi sono vergognato del comportamento irresponsabile che ho tenuto per tutto il tempo che siamo stati insieme. Nonostante questo la mia decisione non cambia, soprattutto perché non riuscirei a guardarti negli occhi dopo quello che ti ho fatto. Preferisco dimenticare tutto, fermo restando che provvederò alla bambina nei modi che vorrai indicarmi. Non giudicarmi male ma non voglio vederla: lei è il segno tangibile della mia vigliaccheria, la punizione bellissima e terribile per il mio cinismo. Ha una madre stupenda, le basterà per crescere serena. Scusami. Se puoi. M.”
No. Non sono riuscita a scusarlo.
“Non abbiamo bisogno dei tuoi soldi se è questo che intendi per “provvedere alla bambina”. Non hai capito niente di me e forse nemmeno della vita. Da me non saprai più niente di noi. Un po' mi fai pena. Ti auguro di essere felice. Addio. M.”
Finalmente dentro di me ho accettato l'idea di essere sola. Alice cresce serena, Francesca e Daniele hanno ripreso la loro strada ma appena possono tornano a trovarci. Ho conosciuto anche i loro fidanzati e la mia casa è spesso piena di giovani. Ho smesso di sperare che i sentimenti di Matteo possano cambiare anche se lo amo ancora. Per giorni e giorni ho immaginato di andare ad aprire la porta e di trovarmelo davanti, ma non è successo e so che non succederà. Per prendere ancora più le distanze da lui ho smesso di parlarne e di chiedere sue notizie. L'ultima cosa che ho saputo di lui è che a una delle solite feste ha conosciuto una ragazza bulgara di venticinque anni e pare si frequentino, dopodiché non ho voluto sapere più niente. Mi chiedo come io abbia potuto essere così cieca da non capire la sua indole superficiale e infedele, ma poi mi dico che forse è stata la vita a cambiarlo in peggio, forse la sua fragilità, le sue debolezze, non gli hanno permesso di fare scelte coraggiose e tutto ciò che riesce a fare è provare a riempire i vuoti di una vita che evidentemente non lo soddisfa con storie che per lui possono durare finché non si fanno impegnative. Oltre suo figlio l'unica cosa che ama è la sua stabilità che gli dà quella sicurezza che non trova dentro di sé. Mi addolora pensare questo di lui, ma è quello che ha dimostrato e mi dispiace di non essere riuscita a far prevalere la sua parte migliore che credo di aver conosciuto, che so che c'è.
C'è stato un periodo in cui la tristezza che si leggeva in fondo ai miei occhi induceva le persone che avevo intorno a dirmi che uno così è meglio perderlo che trovarlo. La solita banalità che dovrebbe essere consolatoria ma che in realtà lascia il tempo che trova. Io non rinnego niente di quello che c'è stato tra di noi, credo di aver vissuto un grande amore e preferisco averlo perso che non averlo mai incontrato, come dice una bellissima canzone. Di lui mi restano l'allegria, la spensieratezza, la passione, l'attenzione, le emozioni che ci siamo regalati e, soprattutto, mi resta la mia bambina che mi costringerà a tenerlo con me per sempre. Ora che l'ho lasciato andare, che ho rinunciato a lui, mi accorgo che mentre si allontanano i momenti brutti, tutto il dolore, riaffiorano i ricordi più belli che non lascerò andare, che alimenterò ogni giorno per trattenere il mio amore ancora un po' con me.
Mentre penso a queste cose rientro a casa. Giulia ha già messo la bambina a dormire, mi saluta e se ne va.
Mi avvicino al lettino, appoggio un bacio su quel faccino rilassato e colgo una smorfia che ho visto tante volte su un altro viso. Sorrido e mi spoglio. La luna illumina la stanza. Uno scoglio. Il mare. L'amore che era là adesso è qui.




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