Era una tiepida sera di fine aprile, la luce della luna rischiarava la notte e sfiorava il mare regalando alla distesa d'acqua riflessi argentati. Scendemmo gli scalini di pietra tenendoci per mano e di tanto in tanto Matteo mi stringeva in un abbraccio e mi baciava dolcemente.
<<Non mi sembra vero di averti qui tutta per me.>> [...]Mi fece accoccolare sul suo petto dopo esserci seduti su uno scoglio piatto accarezzato dalla risacca. L'aria era ancora fresca e il calore delle sue braccia mi dette una piacevole sensazione. Cominciò a baciarmi dapprima dolcemente e poi con passione. Sentivo la sua lingua che giocava con la mia e le sue mani che cercavano la mia pelle sotto il maglioncino.
<<Come sei calda Marta! Sei proprio come ricordavo!>>
Mi fece stendere sulla roccia e mi venne sopra per non farmi sentire freddo. Continuava a baciarmi, ad accarezzarmi. La luce della luna dava alla nostra pelle dei riflessi diafani. Sentii le sue dita slacciare il bottone dei miei jeans e percorrere l'elastico delle mie mutandine. Il mio desiderio saliva, contrazioni di piacere cominciavano a scuotermi.
<<Facciamo l'amore?>> disse piano. Gli risposi con un gemito e lui cominciò a baciarmi il seno che aveva scoperto, poi la pancia e infine l'inguine. Mi sfilò i jeans e abbassò con i denti il mio perizoma. La sua lingua cominciò a tormentarmi proprio là dove desideravo. Per un po' lo lasciai fare, poi scivolai sotto di lui e lo liberai dei pantaloni e dei boxer. Immediatamente la sua erezione andò a premere sul mio ventre facendo crescere il mio desiderio.
<<Ti voglio...ti voglio...ti voglio...>> ripetevo con impazienza.
<<Eccomi amore...>> e improvvisamente mi sentii piena di lui. Il suo movimento ritmico e lento, che io accompagnavo col bacino, creava delle vibrazioni che si irradiavano a tutto il mio corpo. Le onde accompagnarono quella nostra danza per lungo tempo....Lui sopra di me....Io sopra di lui...Le mani si cercavano, si intrecciavano...le mie gambe lo avvolgevano per sentirlo ancora più dentro, quasi a volerlo risucchiare e quando decise di aumentare il ritmo non riuscii più a trattenermi. Gridai il mio piacere senza ritegno mentre sentivo che anche lui si stava liberando. La luna ci spiava e il suo suggestivo chiarore aveva avvolto i nostri corpi seminudi. I nostri occhi, che si erano ritrovati dopo quell'estenuante gioco, splendevano come stelle nella notte. Un incantesimo si era impadronito di noi: eravamo persi l'uno nello sguardo dell'altro, stretti in un abbraccio quasi soffocante, ammutoliti dalla potenza di ciò che sentivamo dentro. Rimanemmo così per qualche minuto, ascoltando lo sciacquio del mare.
Fu Matteo a rompere il silenzio:
<<Amore copriti, non voglio che prendi freddo.>>
<<Sì...>> risposi ancora stordita. Mi rivestii in fretta e mi accoccolai di nuovo tra le sue braccia.
<<Marta io ti amo davvero. Fare l'amore con te è un'esperienza nuova ogni volta. E' come se riuscissi a sfiorarti l'anima.>>
<<Sì...>> dissi ancora e gli sorrisi. Era proprio come aveva detto lui: sentire l'anima che vibra insieme al corpo dava una sensazione di completezza tale che il cuore sembrava esplodere. Mi dissi che forse proprio questo era la felicità.
Salimmo in camera un po' infreddoliti. Eravamo appagati ma la luna che si affacciava dalla finestra ebbe ancora modo di disegnare sui nostri corpi nudi incredibili giochi di luci e di ombre.
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