giovedì 1 novembre 2012

.....Giulia.... (dal cap.XXI)


[...]In verità i miei sensi di colpa si facevano sentire, ma ero diventata bravissima a farli tacere dandomi tutta una serie di giustificazioni che mi facevano sentire a posto con la coscienza, o quasi. Era vero che nel tempo mi ero sentita trascurata, che lui avev pensato molto a soddisfare le sue esigenze, che mi aveva tradito, ma dopo la nostra grande crisi avevamo deciso di mettere una pietra sul passato e di ricominciare. Mi accorgevo però che ricominciare non è mai possibile: le abitudini, la routine, quel conoscersi fin troppo bene finiscono per mortificare ogni entusiasmo; l'illusione di aver riscoperto il grande amore dura pochi mesi e poi, nella quotidianità, riemergono le vecchie ferite che non guariscono mai, vengono riaperte da piccoli gesti, all'apparenza insignificanti, ma che sottolineano, con perfidia, che la persona che si ha davanti, nonostante gli sforzi, è sempre la stessa di un tempo e tutto quello che si era cercato di dimenticare è sempre lì, anzi, si ripropone con maggiore fastidio. A volte avrei voluto urlargli: 
<<Tommaso, ma datti una svegliata! Invece di stressarmi con le tue “costruttive” discussioni portami a cena fuori, fammi un regalo, prenota un viaggio, baciami per strada, fa' qualcosa, cazzo!!!>> ma poi desistevo dai miei propositi perché sapevo che lui non era tipo da certe cose, forse nemmeno sospettava che le desiderassi e sì, se glielo avessi chiesto mi avrebbe accontentato ma non sarebbe stata la stessa cosa che se avesse preso lui l'iniziativa. Mi ero ormai rassegnata all'idea che saremmo andati avanti per inerzia e questo mi portava a giustificare la mia storia con Matteo che invece mi faceva sentire viva. 
Mi capitava di parlarne con Giulia che non mi assecondava quasi mai e non capivo perché. Mi sembrava quasi che stesse dalla parte di mio marito più che dalla mia. 
<<Marta, io non sto dalla parte di nessuno dei due, vorrei solo metterti in guardia.>> 
<<Ma in guardia da che cosa??? Sto vivendo una storia d'amore bellissima e sai che ti dico? Ho sempre più voglia di confessare tutto a Tommaso per mettere fine a questa farsa ed essere libera di vivere il mio amore.>> 
<<Non ti offendere, ma non è che a cinquant'anni ti sei rincretinita? Se tu lasciassi Tommaso pensi che anche Matteo lascerebbe sua moglie?>> 
<<Forse non subito, ma sì, credo di sì. Lui mi ama.>> 
<<Ah ecco. Lui ti ama. Svegliati amica mia. Posso anche credere che ti ami ma, siccome un po' lo conosco, non farà mai il passo che vuoi fare tu. Non è così romantico come ti ha fatto credere, è piuttosto cinico e opportunista. Non metterebbe mai a rischio quello che ha per te.>> 
<<Giulia, proprio tu che se non fai una pazzia a settimana non sei contenta fai appello al mio buon senso? Stai invecchiando!>> 
<<Tesoro, io sono da sola, posso rischiare quello che voglio e se mi faccio troppo male posso anche suicidarmi, non coinvolgo nessuno, ma tu hai una famiglia e ci hai sempre tenuto tanto, è diverso.>> 
<<E ci tengo anche ora ma non posso stare tutta la vita con mio marito se non lo amo più e, anzi, amo un altro!>> 
<<E amalo, ma amalo come ti ama lui: part time.>> e fece una delle sue odiose risatine. 
<<Scusa, non voglio prenderti in giro, ma ragiona: cosa hai tu da offrirgli? Più di sua moglie intendo.>> 
<<Io lo amo.>> 
<<Sì, tu lo ami, l'hai già detto. Poi? Hai quasi dieci anni più di lui, sei lontana, economicamente non ti manca niente ma non puoi permetterti chissà che e se rimani da sola peggio mi sento. Di là ha un figlio, prima di tutto, soldi, vacanze, una vita senza problemi e la libertà di farsi tutte le avventure che vuole. Credi che ti ami abbastanza per fare il cambio? Non credo. Pensaci, e vedrai che ho ragione. Ti piace? Incontralo, vacci a letto, ma tieni fuori tuo marito, non ci passerebbe sopra un'altra volta. Anzi, non essere troppo scostante con Tommaso, facci l'amore, altrimenti prima o poi se ne accorge, mica è scemo.>> 
<<Non ce lo faccio. Mi sembra di tradire Matteo. Se posso evito.>> 
<<Perché, credi che Matteo non scopi sua moglie?>> 
<<Dice di no...quasi mai almeno.>> 
La sua risata a queste parole esplose proprio. 
<<Oddio Marta! Ma come fai a credergli? Ma se dieci anni fa tuo marito avesse fatto l'amore con te una volta ogni due o tre mesi solo se tu ti proponevi, cosa avresti pensato?>> 
<<Che aveva un'amante.>> 
<<Ecco. E credi che lei sia più imbecille di te? E lui, vuole farsi scoprire?>> 
<<No, assolutamente, anzi, ha proprio il terrore di essere scoperto.>> 
<<Ergo?>> 
Non potevo più controbattere, aveva decisamente ragione, anche se non avrei mai voluto ammetterlo. Forse col tempo le cose sarebbero cambiate, ma di certo il tempo non giocava a mio favore. Tommaso era comunque una certezza, anche se mi ripugnava tradirlo, ingannarlo solo perché mi faceva comodo. Non capivo perché tutti (che poi erano solo due a saperlo) erano d'accordo sul fatto che fosse meglio tradire di nascosto che confessare la verità. Sicuramente non dire niente era più comodo, ma mi sembrava una scelta così vigliacca! Evidentemente però nemmeno io ero pronta a essere onesta e continuai a fare l'equilibrista cercando di non insospettire troppo mio marito. Questo mi portava a volte a essere un po' più morbida, ma era una scelta solo razionale e anzi, succedeva che gli facessi ripagare i momenti di tenerezza con altri di totale indifferenza. Lui in verità mi faceva un po' pena. Non capiva ed era completamente disorientato e più si disorientava più quell'aria da bimbo sperduto me lo rendeva patetico e insopportabile. Quanto avrei retto? Non me lo chiedevo, cercavo di vivere un giorno dietro l'altro senza pormi troppe domande. L'unica cosa che mi interessava era vedere Matteo, sentirlo il più possibile. Riversavo su di lui tutta la mia voglia di amare e lui mi contraccambiava. Il telefono era sempre in fibrillazione, ormai ci sentivamo anche solo per dirci cosa avremmo fatto nelle successive due ore e, quando rientravamo a casa dal lavoro, cominciavamo con gli sms non appena sua moglie e mio marito andavano in bagno, in un'altra stanza o a letto. Era diventata quasi un'ossessione, non riuscivamo a stare lontani e spesso maledicevamo la distanza che ci separava e che ci costringeva a vederci molto meno rispetto a quanto avremmo voluto. 
<<Marta, io ti voglio solo per me. Non sopporto che quando vorrei starti accanto c'è sempre un altro al posto mio. Uno di questi giorni vengo e ti porto via.>> 
<<Scappiamo insieme.>> 
<<Non si può. Adesso non si può, ma è quello che vorrei.>> 
E così tornavamo coi piedi per terra. Ci sentivamo di appartenere l'uno all'altra, avremmo voluto stare sempre insieme, ma nessuno dei due aveva il coraggio di fare un passo decisivo. Anzi, quando affrontavamo l'argomento con lucidità lui era sempre quello che teneva a sottolineare che non intendeva cambiare la sua situazione. Ne faceva una questione di tempo, è vero, ma credeva realmente che più avanti avrebbe scelto me o era solo un modo per non compromettersi troppo, aspettando che fossero altri a decidere per lui? C'era una tale contrapposizione tra quello che mostrava quando stavamo insieme e quello che sosteneva nelle nostre conversazioni telefoniche che io non riuscivo a capire cosa pensasse davvero e a volte mi capitava di fargli la domanda diretta:
<<Matteo, ma tu mi vorresti accanto a te per sempre?>> Non ho mai avuto una risposta chiara: o ci scherzava su, o mi diceva che ero la donna che aveva sempre desiderato avere al suo fianco, o mi faceva un'analisi dettagliata di tutti i problemi che avrebbero reso impossibile una storia “normale” come in fondo entrambi desideravamo. In ogni caso la sua conclusione era: 
<<Marta, come mi senti in questo momento? Se sono qui e cerco di esserci il più possibile qualcosa vorrà dire, no?>> 
Sì, qualcosa voleva dire. Io ero sicura del suo amore e pensavo che quella fosse la cosa più importante. Pian piano sarebbe arrivato tutto il resto. L'amore vince sempre: ci avevo sempre creduto e avrei continuato a crederci.

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